Diminuisce ancora la pressione sulle strutture sanitarie italiane. È quanto emerge dall’ultimo report della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere.

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Cala ancora la pressione sulle strutture sanitarie italiane. È quanto emerge dall’ultimo report della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere, secondo cui nei reparti di area medica la diminuzione dei pazienti si attesta al 12,6% mentre nelle terapie intensive, dove una settimana fa c’era stata una significativa riduzione del 25%, il calo è stato molto più lieve, pari al 3,8%.
Come diminuisce la pressione sugli ospedali dal nord al sud Italia
Negli ospedali delle regioni settentrionali i ricoveri, sia nei reparti ordinari sia nelle rianimazioni, sono diminuiti del 14%; nelle strutture del Centro sono scesi del 10% mentre nel Sud e nelle isole i pazienti si sono ridotti dell’12%. In area medica i ricoverati “con Covid”, cioè i pazienti con infezione accertata da Sars-Cov-2 ma senza segni clinici, radiografici e laboratoristici di interessamento polmonare, il cui ricovero è determinato da altre patologie, costituiscono il 42% del totale. La sempre più ampia presenza di pazienti con il virus ma senza sindromi respiratorie testimonia da un lato l’efficacia della protezione vaccinale (il 74% dei pazienti “con Covid” in effetti è vaccinato e proprio in virtù della vaccinazione non sviluppa la malattia), dall’altro la minor aggressività della variante del virus attualmente circolante.
In rianimazione il 78% dei pazienti No Vax
In Rianimazione la percentuale dei pazienti “con Covid” sale al 28% (la settimana scorsa era al 23%): si tratta per il 44% di pazienti con malattie croniche di tipo internistico (diabete, malattie respiratorie, cardiopatie ecc.) in fase di scompenso, per il 20% di ricoveri per ischemia o emorragie del cuore o del cervello e per i restanti casi di traumi e interventi chirurgici indifferibili. Di contro, i pazienti “per Covid” nelle terapie intensive sono il 72% e proprio tra coloro che hanno sviluppato sindromi respiratorie e polmonari e sono finiti in rianimazione resta ancora alta (78%) la percentuale dei non vaccinati o comunque in ritardo rispetto alla tempistica delle tre dosi: un dato che evidenzia il ruolo protettivo svolto dalla vaccinazione e dai booster, soprattutto tra i soggetti fragili.
Fiaso: “Prepariamoci per il prossimo autunno”
“Da quattro settimane di fila continua la discesa dei ricoveri e questo rappresenta certamente un segnale di ottimismo. I numeri sono in progressivo calo ma l’epidemia non è ancora finita – avverte il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore –. Il virus, pur essendo meno aggressivo e non provocando gravi conseguenze grazie all’alta copertura vaccinale, circola ancora largamente tra la popolazione e prova ne è l’alto numero di pazienti che arrivano in ospedale per curare altre patologie ma vengono trovati positivi al tampone pre-ricovero, per questo occorre ancora grande prudenza. Questo, però, è il momento di disegnare una strategia per affrontare i prossimi mesi e per evitare di essere impreparati il prossimo autunno con la ripresa delle condizioni più favorevoli alla diffusione dei contagi delle patologie respiratorie e la prevedibile riduzione dell’efficacia vaccinale”.
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